Il demansionamento non consente al lavoratore di rifiutarsi di lavorare I consigli di un avvocato esperto in diritto del lavoro

Il principio espresso da Cass. 13 giugno 2016 n. 12102

Ogni avvocato esperto in diritto del lavoro deve essere sempre aggiornato in ordine alle ultime applicazioni giurisprudenziali.

Si segnala che la Suprema Corte di cassazione ha di recente espresso il seguente principio, in materia di demansionamento

Il demansionamento del lavoratore rende legittimo il rifiuto del prestatore a espletare la prestazione per la quale ha subito il demansionamento (assegnazione di mansione inferiore rispetto a quella del suo inquadramento).

Laddove, invece, il comportamento del lavoratore si traduca nel sottrarsi dall’adempimento di qualsivoglia prestazione lavorativa, ciò rende legittimo il licenziamento.

Questo principio è stato espresso dal Supremo Collegio con decisione resa il 13 giugno 2016, n. 12102.

Il caso esaminato dalla Cassazione

La fattispecie sottoposta all’esame dei giudici di legittimità era la seguente.

Un lavoratore inquadrato come guardia giurata era stato destinato a espletare la prestazione lavorativa presso un ente diverso, con qualifica inferiore rispetto a quella prevista dal suo contratto.

Per tale ragione, il lavoratore si era rifiutato di recarsi sul posto di lavoro, assumendo che costituisse un’eccezione, legittima, di inadempimento. Ciò costituiva, a suo modo di vedere, una risposta all’inadempimento della società datrice la quale, a sua volta, lo aveva licenziato.

La  Cassazione  ha affermato che

il rifiuto di erogare la prestazione lavorativa da parte del lavoratore demansionato è legittima nei limiti in cui si traduca nel rifiuto di erogare quella prestazione.

Tuttavia, la reazione del lavoratore che ometta di espletare qualsivoglia prestazione (nella specie, il lavoratore non si era proprio recato sul sul posto  di lavoro) è sproporzionata e, di conseguenza, rende legittimo il licenziamento irrogato dal datore di lavoro.

Avvocato esperto in diritto del lavoro

La decisione citata interviene su una tematica complessa quale è quella del demansionamento (istituto da ultimo modificato dal legislatore).

La Corte di cassazione individua le possibili reazioni del lavoratore.

Un avvocato incaricato di fornire assistenza legale in materia di diritto del lavoro deve necessariamente essere a conoscenza degli ultimi sviluppi giurisprudenziali al fine di garantire un’adeguata efficace tutela tanto ai datori di lavoro quanto ai lavoratori.

 

Lo Studio Legale si occupa storicamente del diritto del lavoro, prestando da sempre assistenza sia a società e imprese individuali, anche di medie e grandi dimensioni, sia a lavoratori.

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