L’attività di un avvocato cassazionista Gli adempimenti dell'avvocato cassazionista

L’avvocato cassazionista

Per il ricorso per cassazione è necessario avvalersi di un avvocato cassazionista.

Lo prevede l’art. 365 cod. proc. civ.

La norma dispone che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto da un avvocato iscritto in un apposito albo.

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Avv. Simona Siciliani, avvocato cassazionista

Si tratta dell’albo speciale degli avvocati cassazionisti.

Nell’albo sono iscritti, in generale, tutti gli avvocati ammessi al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori.

Solo gli avvocati che risultano iscritti in questo apposito albo possono sottoscrivere un ricorso per cassazione.

Per iscriversi all’albo sono necessari alcuni requisiti.

Possono iscriversi, come si spiegherà qui sotto, i professori universitari di ruolo in discipline giuridiche.

Iscrizione all’albo come avvocato cassazionista in base al ruolo di appartenenza

Può richiedere l’iscrizione all’albo come avvocato cassazionista il professore universitario.

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Prof. Avv. Gaetano Edoardo Napoli, avvocato cassazionista

Deve trattarsi di professore che insegna una disciplina giuridica presso un’Università italiana.

La legge dispone che, per iscriversi come avvocato cassazionista, il professore universitario deve essere di ruolo.

Cioè, può acquisire la qualifica di avvocato cassazionista il professore ordinario (di prima fascia) o il professore associato (di seconda fascia).

Questo è stabilito dalla lettera A) dell’art. 34 del R.D.L. 27 novembre 1933, n. 1578.

La lettera B) consente invece l’iscrizione come avvocato cassazionista all’ex magistrato.

L’iscrizione come avvocato cassazionista a seguito di concorso

Superando un esame, può acquisire la qualifica di avvocato cassazionista chi è iscritto in un albo ordinario circondariale.

L’iscrizione all’albo deve aver avuto una durata di almeno 5 anni.

L’esame da superare è quello previsto dalla legge 28 maggio 1936 n. 1003 e dal regio decreto 9 luglio 1936, n. 1482.

Si richiede anche di aver svolto, proficuamente, per almeno 5 anni, attività professionale presso lo studio di un avvocato cassazionista.

Sono previste tre prove scritte.

Precisamente, si tratta di redigere dei ricorsi per cassazione: in materia civile, penale e amministrativa.

Chi supera le prove scritte è ammesso alla prova orale.

Quest’ultima consiste nella discussione di un argomento su una contestazione giudiziale.

Iscrizione come avvocato cassazionista a seguito della frequenza di appositi corsi

Chi è iscritto presso un albo circondariale da almeno 8 anni può optare per una procedura diversa.

Per l’iscrizione come avvocato cassazionista deve aver proficuamente frequentato la scuola superiore dell’avvocatura.

Questa è stata istituita con un Regolamento del Consiglio Nazionale Forense.

Il Consiglio Nazionale Forense indica i requisiti e tutte le modalità di iscrizione come avvocato cassazionista.

Il ricorso deve essere sottoscritto da un avvocato cassazionista munito di procura speciale

L’art. 365 cod. proc. civ. prescrive che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto da un avvocato cassazionista con procura speciale.

Qual è la differenza tra una procura generale e la procura speciale da rilasciare all’avvocato cassazionista?

La procura generale attribuisce all’avvocato la rappresentanza tecnica in una generalità di giudizi.

Invece, la procura speciale si riferisce a una specifica controversia (o a più specifiche liti).

La specialità della procura conferita all’avvocato cassazionista consiste nella sua destinazione precipua al giudizio di cassazione.

In mancanza di sottoscrizione da parte di un avvocato cassazionista munito di procura speciale, il ricorso è inammissibile.

Le sentenze impugnabili e i motivi di ricorso

Possono essere impugnare per la cassazione, le sentenze d’appello o quelle pronunciate in unico grado.

L’avvocato cassazionista, che sottoscrive il ricorso, può impugnare per uno (o più) dei motivi indicati dal codice di procedura civile.

Il ricorso può fondarsi su motivi attinenti alla giurisdizione.

L’impugnazione può essere presentata anche per violazione delle norme sulla competenza.

Viene fatto salvo il caso in cui sia prescritto il regolamento di competenza.

Abbastanza frequente è il motivo di impugnazione previsto dal n. 3 dell’art. 360 cod. proc. civ.

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Si tratta del motivo di ricorso per violazione o falsa applicazione di norme di diritto.

La norma riguarda anche i contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro.

Il cassazionista può procedere inoltre all’impugnazione per nullità della sentenza o del procedimento.

Il n. 5 del citato art. 360 prevede poi, come motivo di impugnazione, l’omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio.

Il fatto decisivo deve essere stato oggetto di discussione tra le parti.

La violazione e la falsa applicazione di norme di diritto

Lo Studio Legale si occupa frequentemente di ricorsi fondati sulla violazione e sulla falsa applicazione di norme di diritto.

La violazione in discorso si realizza se il giudice del merito ha errato nella ricerca e nella individuazione della disciplina normativa.

Se dunque è stata applicata una regola diversa rispetto a quella prevista per il caso di specie, l’avvocato cassazionista può proporre ricorso.

L’errore censurabile dall’avvocato cassazionista è anche quello di interpretazione.

Difatti, il giudice di merito che interpreti erroneamente una determinata disposizione incorre comunque in una violazione della norma.

L’errata interpretazione della norma di diritto, d’altronde, produce un risultato contrario all’ordinamento giuridico.

L’avvocato cassazionista può censurare, inoltre, l’errore che abbia riguardato la qualificazione della situazione concreta.

Invero, l’errata qualificazione di una vicenda sotto il profilo giuridico può portare ad applicare una norma che concerne una fattispecie diversa.

Per questa ragione, il codice di procedura civile equipara, ai fini del ricorso, la falsa applicazione alla violazione della norma di diritto.

In seguito al ricorso, la Suprema Corte individua il principio di diritto da applicare.

Ogni cassazionista deve continuamente aggiornarsi.

All’evoluzione sociale consegue, infatti, l’evoluzione delle interpretazioni fatte proprie dalla Corte di cassazione.

Molti principi di diritto, validi nel passato, possono considerarsi ormai superati da nuovi orientamenti della Suprema Corte.

La nullità della sentenza o del procedimento

Come anticipato, tra i motivi del ricorso c’è la nullità della sentenza o del procedimento di merito.

In particolare, l’avvocato cassazionista può far valere ogni vizio che riguardi la sentenza del giudice di merito.

Si possono far valere anche i vizi di costituzione del giudice stesso.

La nullità della sentenza può essere causata da un contrasto insanabile tra dispositivo e motivazione.

Ciò si ha quanto la sentenza, per via di tale contrasto, non consente di individuare il concreto comando giudiziale.

In tal senso, si veda Cassazione 11 luglio 2014 n. 15990.

Inoltre, l’avvocato cassazionista può fondare il ricorso su un vizio di procedura.

Questo deve aver comportato una deviazione illegittima rispetto al corso ordinario del giudizio di merito.

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Il vizio deve essere rilevante, ripercuotendosi sulla sentenza impugnata.

L’avvocato cassazionista che deduce la nullità in discorso deve indicare il pregiudizio che ne è derivato.

L’impugnazione non tutela infatti la regolarità formale dell’attività giudiziaria.

Essa è diretta a eliminare un pregiudizio subito dalla parte.

La cassazione della sentenza si può quindi ottenere quando sia possibile un effetto favorevole.

Cioè, si deve poter ottenere, con un successivo giudizio di rinvio, una pronuncia che elimini il pregiudizio subito.

Si vedano, in tal senso, Cassazione 23 febbraio 2010 n. 4340, Cassazione 9 agosto 2017 n. 19759.

L’omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio

L’avvocato cassazionista può fondare il ricorso sull’omesso esame, da parte del giudice di merito, di un fatto storico.

Deve trattarsi di un fatto, principale o secondario, da considerare decisivo per il giudizio.

Inoltre, il fatto in questione deve essere stato discusso tra le parti nel corso del giudizio di merito.

L’avvocato cassazionista, quindi, deve indicare specificamente il fatto specifico che non è stato oggetto di esame da parte del giudice.

Inoltre, compito dell’avvocato cassazionista è individuare e specificare gli elementi da cui risulti il fatto e il suo omesso esame.

Ancora, l’avvocato cassazionista deve indicare gli elementi da cui si trae che il fatto è stato oggetto di discussione tra le parti.

Infine, compito dell’avvocato cassazionista è individuare e riportare gli elementi che depongono per la decisività del fatto stesso.

Può trattarsi, ad esempio, dell’omesso esame di una prova documentale, ritualmente prodotta, che depone in senso opposto all’assunto da cui muove la sentenza.

L’esperienza dello Studio Legale in relazione ai ricorsi per cassazione

Lo Studio Legale si occupa, sin dagli anni Sessanta, dei ricorsi per cassazione.

Viene offerta dallo Studio Legale specifica assistenza per i giudizi di cassazione.

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Nello Studio Legale svolgono attività più avvocati cassazionisti, esperti nell’impugnazione dinanzi alla Suprema Corte.

Gli avvocati cassazionisti dello Studio Legale curano in modo continuo l’aggiornamento.

Effettuano frequenti ricerche specifiche sulla giurisprudenza di legittimità.

Il cassazionista deve infatti costantemente aggiornarsi.

Deve conoscere, in particolare, tutti gli sviluppi degli orientamenti della Corte di cassazione.

Per contattare lo Studio Legale, per consulenza o assistenza, per giudizi dinanzi alla Corte di cassazione, si possono utilizzare i recapiti indicati nella Pagina Contatti

oppure scrivere a studio@professionistilegali.it

 

 

 

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